30° Mladifest – Testimonianza di Pierre e Anna della comunità Cenacolo
Medjugorje, 4 agosto 2019 – Testimonianza di Pierre della comunità Cenacolo
Buongiorno a tutti.
Mi chiamo Pierre. Sono francese.
Sono cresciuto in Francia, ma vengo dal Pacifico, da Tahiti. Isole che distano 24 ore d’aereo.
Crescendo in Francia ho sofferto tanto di questo, perchè ero diverso. Io sono scuro di pelle e i miei genitori sono bianchi. Mia sorella di 17 anni è molto piccola. Quando tornavo da scuola con lei avevo paura dello sguardo degli altri, perchè ero diverso.
Per cercare la mia identità ho cominciato a vivere in modo sregolato. Dicevo bugie, manipolavo le persone e la mia famiglia. Ero arrabbiato con la mia vita. “Perchè sono arrivato in Francia?”
Dopo un pò ho conosciuto la droga e mi sono fatto tanto male con la marijuana per scacciare i pensieri. Fino a 18 anni ho vissuto così.
Un giorno ho chiesto ai miei genitori di andare a Tahiti. A 18 anni ho abbracciato mio padre di sangue, di natura. Era un armadio. Tante lacrime abbiamo versato sull’isola. Lacrime di sofferenza. Lacrime di rabbia.
Dopo 6 mesi ci siamo salutati e non l’ho più visto come un padre che mi ha abbandonato.
Parlo ai figli adottati. Pensavano che fossi malato per tutto ciò che combinavo. Non abbiamo una patologia. E’ una ferita grande che porteremo fino alla fine.
Oggi mi sentivo di dire questo: grazie per la mia famiglia. Quella di Tahiti e quella di Francia. Grazie per la famiglia delle persone che sono qui sedute.
Nella mia vita ho aperto tante porte per risolvere i miei problemi, ma non mi sono mai sentito accettato come lo sono qui nella comunità Cenacolo.
Qui c’è emozione, lacrime di gioia, di amicizia, abbracci veri.
Guardando questi miei fratelli e mie sorelle qui seduti posso dire: Dio esiste, L’ho incontrato, sono risorto, voglio seguirLo.
Alleluja!
Testimonianza di Anna degli Stati Uniti
Ciao a tutti.
Mi chiamo Anna. Ho 24 anni e vengo dagli Stati Uniti.
La mia storia è molto simile a quella dei miei fratelli e delle mie sorelle che sono qui.
Al posto di raccontarvi quella vorrei raccontarvi di un’esperienza che ho avuto qui in comunità.
Mentre pregavo avevo in testa l’Ave Maria, ma anche il modo in cui dovevo vivere. Non credevo in me stessa.
Vengo da una famiglia di 10 figli. Quando avevo 16 anni uno dei miei fratelli più grandi è andato in cielo a causa della droga. Questa per me era la conferma che le nostre preghiere erano inutili.
Tre anni fa uno degli altri miei fratelli era ricaduto nella droga.
C’era con me una ragazza che mi ha detto: “Madre Elvira dice che quando vuoi chiedere una grazia al Signore devi passare una notte intera nella cappella”. Quando me l’ha detto non ci ho creduto tanto, però lei si è offerta di farlo con me. Abbiamo pregato nella cappella in Perù per una notte intera per mio fratello.
Pochi mesi dopo lui è rientrato nella comunità qui a Medjugorje. Ancora oggi è qua.
Non vi racconto questo perchè sono fiera delle mie preghiere, ma per suggerirvi di credere nella preghiera. Quando chiediamo al Signore il Suo aiuto Lui lo dona. Però dobbiamo credere.
In quel momento ho visto che il Signore è veramente Risorto. Io L’ho incontrato, voglio seguirLo.
Alleluja!
Trascrizione A.Bianco